in occasione del centenario della Prima guerra mondiale
Nell’ambito del ciclo dei film dedicati alla Grande Guerra del Zagreb Film Festival
Il film é in programma il 21 ottobre alle 19h – Dokukino KIC, Preradovićeva 5, Zagabria
Uomini contro è un film del 1970 diretto da Francesco Rosi, liberamente ispirato al romanzo di Emilio Lussu Un anno sull’Altipiano.
Di chiara impronta pacifista e antiautoritaria, l’opera mette in luce la follia della guerra.
A proposito di questo film ha dichiarato il regista Francesco Rosi:
« Per Uomini contro
venni denunciato per vilipendio dell’esercito, ma sono stato assolto in
istruttoria. Il film venne boicottato, per ammissione esplicita di chi
lo fece: fu tolto dai cinema in cui passava con la scusa che arrivavano
telefonate minatorie. Ebbe l’onore di essere oggetto dei comizi del
generale De Lorenzo,
abbondantemente riprodotti attraverso la televisione italiana, che a
quell’epoca non si fece certo scrupolo di fare pubblicità a un film in
questo modo. »
Ambientato negli scenari della prima guerra mondiale sull’Altopiano dei Sette Comuni tra il 1916 e il 1917, la pellicola ripercorre le vicende della Divisione comandata dal generale Leone, dove presta servizio il giovane sottotenente Sassu, un ex studente universitario interventista fattosi trasferire dal Trentino, dove i combattimenti sono di lieve entità. Egli è alle dirette dipendenze del comandante della Compagnia tenente Ottolenghi, un veterano disilluso della guerra e con malcelate idee socialiste,
che in diverse occasioni si opporrà agli ordini inutili o inutilmente
punitivi dei superiori, fino a trovare la morte durante l’ennesimo
inutile attacco.
Il sottotenente Sassu, durante i mesi della sua permanenza al fronte, sarà testimone dell’impreparazione dell’Alto Comando,
della inadeguatezza degli armamenti, dei tentativi di ribellione dei
soldati che, stanchi e stremati dal prolungarsi dei combattimenti,
reclamano il riposo e il cambio, repressi attraverso l’uso della decimazione, delle speculazioni sulla produzione degli equipaggiamenti e del dramma continuo che di giorno in giorno si consuma nella guerra di trincea, fino a ribellarsi egli stesso al fanatismo ed alla follia del maggiore
Malchiodi, il quale pretende di fucilare un soldato ogni dieci,
considerando ribellione la fuga disordinata degli uomini che cercano di
sottrarsi al tiro corto dell’artiglieria italiana.
Il maggiore sarà ucciso dagli stessi soldati, incoraggiati dal
rifiuto del tenente Sassu ad eseguire l’assurdo ordine, ed egli
risponderà personalmente del comportamento degli uomini con la morte per
fucilazione, non prima di avere chiesto la grazia per i suoi soldati “che hanno già subito la decimazione in battaglia“.