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BOLERO Soirée

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ELEGIA / BOLERO

Coreografie di Enrico Morelli e Michele Merola

Produzione: MM Contemporary Dance Company
Coproduzione Elegia: Teatro Comunale di Modena

 

 ELEGIA

Coreografia: Enrico Morelli
Musiche: Frédéric Chopin, Giuseppe Villarosa
Disegno luci: Carlo Cerri
Costumi: Nuvia Valestri
Voce recitante: Isidora Balberini
Assistente alla coreografia: Paolo Lauri
Interpreti: Lorenzo Fiorito, Mario Genovese, Matilde Gherardi, Fabiana Lonardo, Giorgia Raffetto, Alice Ruspaggiari, Nicola Stasi, Giuseppe Villarosa

Persone alla ricerca della propria strada e della propria identità, accomunate dalla medesima inclusione in un periodo storico, in un’epoca come quella attuale, che porta vertigine e smarrimento.  Individui che tracciano nuove traiettorie e che ricercano inedite strade per recuperare la propria rotta, in un momento di esilio dalla normalità. Un racconto di momenti e rapporti perduti, insieme alla ricerca, nella propria memoria, di immagini e paesaggi che ci erano familiari e di conforto. Un viaggio onirico per ritrovare il proprio essere ormai smarrito. Una danza corale che ci immerge in un vortice di linee e traiettorie che si incontrano e si intrecciano, in un apparente caos primordiale fino al ritorno della quiete, che porta in sé la scelta di abbandonarsi alla speranza ritrovata, in vista di una nuova rinascita. Un elogio della cura, del prestare attenzione agli altri, amplificato dalle parole tratte dalle poesie di Mariangela Gualtieri.

Testi di Mariangela Gualtieri estratti da Sii dolce con me, sii gentile – in Bestia di gioia (Einaudi Editore, 2010); Alcesti – in Bestia di gioia (Einaudi Editore, 2010); Canto di ferro – in Paesaggio con fratello rotto (L. Sossella Editore, 2007); Gli altri sono troppi per me – in Senza polvere senza peso (Einaudi Editore, 2006).


BOLERO

Coreografia: Michele Merola
Musica: Maurice Ravel, Stefano Corrias
Disegno luci: Cristina Spelti
Costumi: Alessio Rosati con la collaborazione di Nuvia Valestri
Interpreti: Lorenzo Fiorito, Mario Genovese, Matilde Gherardi, Fabiana Lonardo, Alice Ruspaggiari, Nicola Stasi, Giuseppe Villarosa

Durata: 30 min.

– TRAILER di BOLERO: https://vimeo.com/1011259554/43a54c84e6?share=copy

Meccanismo ad orologeria dalla rigorosa precisione, Bolero (1928) è ancora oggi tra i brani più noti e ascoltati della storia della musica: una delle ragioni della fortuna del pezzo sembra essere fortemente legata all’evocazione di immagini di sensualità che questo suscita, anche quando tali suggestioni sono contrassegnate da una sostanziale ambiguità.

Nel realizzare una nuova versione coreografica del Bolero, Merola si è confrontato con questa musica ossessiva e ripetitiva, cercando di comprenderne l’identità, la ragione e la funzione, per arrivare così alla sua interpretazione: alla fine di questo percorso l’ispirazione del coreografo si è focalizzata sul ventaglio inesauribile dei rapporti umani, in particolare quelli di coppia, dentro ai quali, spesso, registriamo le reciproche e inconciliabili distanze tra uomini e donne, quel “muro trasparente” che li divide. Così, nelle diverse sfumature assunte dalla danza, la coreografia declina la varietà di umori che circolano intorno e dentro al rapporto di coppia. Umori che, comunque, rendono speziata l’esistenza. Nella coreografia si proiettano, dall’interno verso l’esterno, paure, desideri rimossi, scosse esistenziali che rivelano interi universi, legami segreti che esistono tra le persone… e l’ironia lascia il posto al timore, l’amore al disinganno, il distacco alla condivisione, e via via, fra crescendo e diminuendo, come la musica del Bolero.

Su questa stessa musica, con la licenza e l’inventiva che sono il segno vero di ogni artista, è intervenuto Stefano Corrias. Da compositore raffinato ed esperto, consapevole delle esigenze del palcoscenico, Corrias ha creato una sua propria partitura musicale, liberamente ispirata alla versione originale del brano di Ravel. Il nuovo spartito è stato composto analizzando attentamente le pagine di Bolero, e si integra perfettamente con esso, collocandosi in tre diversi momenti: all’inizio della coreografia, a metà e subito prima del crescendo finale. All’interno della scrittura coreografica, i tre frammenti sottolineano i momenti più intimi, e più veri, di ognuno di noi, quando siamo lontano dagli sguardi degli altri, e lontani dal rumore assordante del mondo.

Nella versione di Merola, Bolero viene dunque raccontato come una non-storia, fantastica ma possibile, comunque pertinente al mondo reale. Dagli allusivi colpi di tamburo rullante iniziale, sino alla esplosione finale dell’intera orchestra, la danza, in stretta simbiosi con la musica, veicola una sorta di astratta fiaba amara, allegoria del dolore di vivere e dell’incomprensione fra esseri umani. Così Bolero diventa metafora della nostra esistenza, stretta nei doppi binari che ciascuno sperimenta nel corso della propria vita, fra contrasto e dialogo, seduzione e disinganno, sorpresa e sconcerto.

  • Organizzato da: HNK Ivana pl. Zajca Fiume/Rijeka