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Buona la prima

curatore della mostra: Stefano Salis

Le migliori copertine del 2014 scelte e giudicate da chi se ne intende

Una copertina di
un libro non è solo, come spesso si dice, un biglietto da visita, che sia del
libro stesso o di un
editore o di un autore ben noto. A volte può essere qualcosa di più (o anche di
meno): dichiarazione d’intenti, tentativo di collocarsi in una tradizione, o
magari di romperla, sperimentazione
grafica e visiva, prova di creazione di un brand, progetto di resistenza
fisica alla
smaterializzazione della lettura, in un’epoca che sembra suggerirci questo
andamento o, semplicemente
(ma quanto difficilmente!), opera d’arte sotto forma di un rettangolo di carta dalle
convenzioni piuttosto definite. 

Le copertine
esposte in questa mostra hanno, ciascuna a modo suo, alcune di queste caratteristiche,
spesso più di una insieme. Le hanno scelte quindici esperti; dodici
grafici e art director che
hanno l’occasione di lavorare quotidianamente con le più prestigiose case
editrici italiane e tre “critici” dell’editoria che si occupano con cadenza
settimanale del tema delle copertine.

Il risultato è, a
mio parere, un panorama piuttosto convincente della grafica editoriale
italiana:testimonia della
vivacità di un’editoria che deve convivere tra risultati commerciali e
approcci e logiche del tutto differenti ai grandi numeri. L’omaggio
all’oggetto libro (e alla sua commercializzazione)
è perciò palpabile.Le esigenze che
avverte uno dei giudici nel selezionare una particolare copertina saranno inevitabilmente
diverse da quelle degli altri, eppure, in questa “foto di famiglia” della
migliore o più interessante grafica editoriale 2014, c’è lo sforzo
costante di trovare bellezza e funzionalità (spesso non in questo ordine e
spesso in percentuali molto diverse); ciò che ne fa (anche) un’interessante
prova di design pubblico che scommette tutti i giorni, sui banconi della
librerie, sui propri peculiari ingredienti per catturare il lettore.

Una
raccomandazione, infine: questa mostra è prima di tutto una mostra di libri in
“carne e ossa”. Fatti di pagine, di carta, di soluzioni grafiche, di formati,
di emozioni tattili e visive che accompagnano un
oggetto concreto e reale. Il libro è un’esperienza che in nessun modo è solo limitata alla
lettura di un testo, come pure ci suggeriscono i guru dell’e-book. No: qui
parliamo di “esseri viventi” che ci offrono bellezza nel loro complesso.
Immagini, lettere, tocco, sfoglio, finezze stilistiche, interazioni,
provocazioni, reagenti da testare con le nostre emozioni. I libri e i lettori,
qui, sono protagonisti di un incontro, che ha molto a che vedere con
l’immaginario ma niente con il virtuale. E finché ci sarà questo incontro, ci
saranno bei libri, belle copertine, belle sensazioni.