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Fare shopping a Trieste. Il confine italo-jugoslavo e le influenze culturali transnazionali

a cura della Dott.ssa Francesca Rolandi

Ventiquattromila baci. L’influenza della cultura di massa italiana in Jugoslavia (1955-1965)

Partecipano: Dott.ssa Francesca Rolandi eProf.ssa Sanja Roić

Nel 1954 la firma del Memorandum
di Londra, che fornì una prima sistemazione territoriale al confine conteso
italo-jugoslavo, rappresentò una condizione imprescindibile per la ricostruzione
dei rapporti tra i due Paesi, artificialmente interrotti dopo la seconda guerra
mondiale. A breve seguirono diversi accordi bilaterali che permisero una sempre
maggiore mobilità di individui e merci tra Italia e Jugoslavia, inizialmente
limitata alle aree frontaliere e successivamente allargate ad entrambi i
territori nazionali. Simbolo di questo contatto fu la pratica dello shopping
jugoslavo a Trieste che acquisì sempre maggiore popolarità fino a trasformarsi
in un rito collettivo perpetuato con una certa frequenza. Trieste rappresentava
una finestra attraverso la quale entrare in un sistema politico differente per
approfittare della sua società dei consumi, ma era anche un luogo
caratterizzato da un’identità ibrida, quasi a metà tra i due estremi rappresentati
da Italia e Jugoslavia.

Francesca Rolandi ha conseguito il dottorato di
ricerca in Slavistica presso l’Università degli studi di Torino nel 2012
con una tesi incentrata sull’influenza della cultura di massa italiana in
Jugoslavia, vincitrice nel 2014 del premio “Vinka Kitarović”. Ha svolto
attività di ricerca presso archivi e biblioteche italiani, serbi, croati
e sloveni. È stata borsista post-dottorato  presso l’Istituto per gli
studi storici di Napoli e visiting fellow presso il Centro per gli studi sul
Sud Est Europa di Graz. Attualmente è research fellow presso
l’Università di Fiume nell’ambito del programma Newfelpro.