Serata dedicata a
Partecipano / Lo ricordano:Simone Zecca – curatore dell’opera omnia poetica di Grytzko Mascioni, Poesie 1952-2003 (Nino Aragno Editore, Torino 2015)Mladen Machiedo, accademico e amicoTonko Maroević, accademico e amicoNon è servito a niente, dubito forte che serva domani.Ma incoerente, continuo a provarci.(La vanità di Scrivere /Book Editore, 1992/ – Note dell’autore – Zagabria, 12 Aprile 1992)
Grytzko Mascioni originario di Brusio, è nato a Villa di
Tirano nel 1936 ed è morto a Nizza nel 2003. Poeta, narratore e saggista,
cresciuto tra Valtellina, Valle di Poschiavo e Engadina, ha studiato e lavorato
a Milano, trasferendosi poi a Lugano dove collabora nel dare vita e sostanza
alla locale televisione. Soggiorna abbastanza a lungo in paesi come la Francia,
la Grecia, la Slovenia, la Croazia (dove ha diretto l’Istituto italiano di
Cultura di Zagabria). Non rifiuta frequentazioni colte e svariate: si sente
abbastanza cosmopolita, conosce scrittori e artisti. Autore di numerose opere
di prosa, tra cui il romanzo “Carta d’autunno”, “Lo specchio
greco”, “Saffo”, “La notte di Apollo” e
“Puck”. Le sue opere testimoniano una passione per il mondo classico,
rivisitato liberamente dallo scrittore. La sua produzione di versi è molto
ricca, ora raccolta nel volume “Poesia”. Sorretta da costante
sensibilità lirica, e da un impianto stilistico di ascendenza in parte
montaliana-sereniana, la poesia di Mascioni si presenta come un variegato
diario esistenziale. Vi prende rilievo il motivo del viaggio, che spesso
diventa metafora del senso multiforme della vita e occasione per manifestare il
personale scetticismo, temperato comunque dalla disponibilità a soluzioni ludiche.
Alice Vollenweider ha tracciato un convincente ritratto dell’autore
retico-lombardo: “Grytzko Mascioni dimostra assai bene che non è affatto
uno svantaggio, per uno scrittore, nascere in un piccolo paese come la
Svizzera. Al contrario. Un autore che, come Mascioni, ha trascorso l’infanzia
parte a Poschiavo, parte in Engadina, parte in Valtellina, è così profondamente
radicato ai ristretti confini della sua patria plurilingue da superare i suoi
colleghi delle grandi aree linguistiche europee in fatto di ricche e concrete
esperienze col linguaggio universale della poesia. Si aggiunga che una piccola
patria invoglia a valicarne i limiti e a spingersi, con insaziabile curiosità,
dalle vallate retiche a grandi spazi europei”. Grytzko Mascioni è stato
finalista al “Premio Strega” nel 1990, ha ottenuto numerosi altri
riconoscimenti, dal “Cervia 1969” all'”Etna-Taormina 1985, dal
“Biella 1994” al “Pisa” dello stesso anno per la poesia,
dall'”inedito 1973″ al “Lago Maggiore 1990” per la
narrativa; dal “Premio internazionale del Mediterraneo” al
“Fregene 1980” per la saggistica; dal “Comisso-Treviso
1982” per la biografia al “Premio internazionale Dubovica-Hvar
1993”, per il complesso dell’opera.