La mostra fa parte del progetto Archipelago, un progetto di ricerca fotografica volto alla documentazione e alla valorizzazione della diversità delle isole del Mediterraneo e della loro identità culturale.
Corinna Del Bianco. Ricercatrice e fotografa analizza e documenta il paesaggio culturale dei luoghi. Ha conseguito un dottorato di ricerca con lode in progettazione architettonica, urbana e degli interni presso il Politecnico di Milano, dove insegna progettazione urbana.
La mostra rimane aperta al pubblico dal lunedì al sabato ore 10.00 – 18.00
Isolaria è una mostra di Corinna Del Bianco parte del progetto Archipelago, un progetto di ricerca fotografica volto alla documentazione e alla valorizzazione della diversità delle isole del Mediterraneo e della loro identità culturale. Il progetto volge particolare attenzione alle isole abitate, indagando la relazione dei nuclei abitativi con il paesaggio terrestre e marino.
Il progetto si inserisce nel quadro della Convenzione UNESCO 2005 per la protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali.
Il progetto è a lungo termine: nasce nel 2018 con una durata prevista di 50 anni, obiettivando la mappatura degli arcipelaghi italiani entro il 2028.
La mostra riporta 52 fotografie di 10 isole italiane.
Il Mediterraneo è un mare interno, culla di alcune delle civiltà più antiche del Pianeta, luogo di movimenti, scambi, incontri, scontri e di scoperte. Le sue isole, da sempre, sono parte del sistema di mare ma, spesso, sono state sconnesse, ‘isolate’, dal sistema di terra.
Abitare nelle isole è abitare l’incontro tra il mare e la terra, creando una relazione che si riflette nelle case, tra morfologie insediative e tipologie architettoniche.
La specificità delle isole del Mediterraneo nel corso della storia ha generato risposte alle esigenze abitative, sociali, economiche e culturali uniche. Le isole italiane sono esemplari in questo, si pensi ad esempio all’Elba che, fin dai tempi degli etruschi era un’importante realtà dell’industria siderurgica, con le cave di estrazione del ferro, o a Favignana con la pesca e produzione del tonno di cui, con la famiglia Florio, è stata un’importante innovatrice a livello mondiale. Queste produzioni tradizionali, strettamente legate al contesto naturale, sono state determinanti nello sviluppo economico, sociale e culturale locale, ma oggi sono state abbandonate e, nei migliori casi, sono ricordate in musei che vengono visitati solo dai viaggiatori più curiosi.
Molte delle isole del Mediterraneo nel corso della seconda metà del Novecento si sono dedicate quasi esclusivamente ad un’attività turistica, abbandonando la loro storia, le loro realtà produttive, spesso impoverendo anche la loro identità culturale. Promuovendosi principalmente per le proprie acque limpide, attrattiva per folle di turisti estivi che ne trainano un’economia solo stagionale, la diversità delle isole del Mediterraneo si appiattisce vanificando secoli di rapporto sinergico tra mare e terra, un rapporto improntato sul rispetto dell’ambiente che ne ha consentito la valorizzazione di specifiche identità.